Gli italiani sono storicamente sempre stati un popolo di risparmiatori. Un po' per timore, un po' per mancata cultura ed educazione finanziaria, tendono a mantenere soldi da parte in vista di eventi importanti della loro vita o per affrontare periodi di ristrettezze economiche e imprevisti. Ma investono poco, soprattutto rispetto agli omologhi dei paesi anglosassoni e questo ha un effetto sul tasso di crescita della ricchezza. Secondo un recente studio globale, il primo di questo genere, condotto da Morningstar sui portafogli degli investitori di 14 diversi mercati, gli italiani tengono i soldi liquidi o tutt’al più investiti in obbligazioni, hanno un maggiore interesse ad avere la casa di proprietà e sono meno indebitati rispetto ai cittadini di altri paesi, soprattutto americani e inglesi. Aldilà della Manica e oltreoceano, invece, nel complesso è maggiore la propensione all’investimento azionario di lungo periodo, anche tramite il comparto della previdenza integrativa che è più sviluppato e ha una storia ben più lunga alle spalle rispetto all’Italia.

Non a caso, con le incertezze dovute alla pandemia prima e alle instabilità geopolitiche poi, in Italia, la tendenza a lasciare ingenti somme di denaro parcheggiate sui conti correnti è aumentata. E non risulta essere scalfita nemmeno dal timore, sempre crescente, che l’aumento dell’inflazione eroda i risparmi lasciati infruttiferi. Tanto che, in totale, la liquidità, oggi, ha abbondantemente superato quota 2.000 miliardi di euro, con un saldo medio al di sopra dei 20.000 euro in conto.

Come iniziare a investire?

Per tornare a investire, soprattutto in un periodo così incerto come quello attuale, è necessario partire da alcune premesse. Quando ci si approccia al mondo degli investimenti per la prima volta è indispensabile, innanzitutto, definire gli obiettivi precisi che si intendono raggiungere. Per esempio, bisogna capire se l’investimento è funzionale a incrementare il capitale iniziale in generale o se invece si vogliono conquistare traguardi personali ben precisi, come creare ricchezza in vista della pensione, del matrimonio o degli studi dei figli e nipoti.

Successivamente, si deve stabilire un lasso di tempo adeguato, necessario per realizzare questi scopi. In gergo tecnico si chiama “orizzonte temporale” e, di fatto, rappresenta la durata dell’investimento. Ogni obiettivo necessita di un investimento di diversa durata, perché per essere raggiunto richiede strategie e portafogli strutturati in modo opportuno. Per esempio: se si desidera aumentare i propri risparmi futuri per integrare la pensione o mettere da parte somme di denaro da lasciare in eredità ai nipoti, si potrà contare su un orizzonte temporale molto più lungo. Ma bisogna anche prestare attenzione al fatto che tale orizzonte potrebbe rappresentare il lasso di tempo durante il quale l’investimento potrebbe non essere liquido, ovvero potrebbe necessitare di tempo per essere riconvertito in denaro, o tale conversione potrebbe avvenire a costi elevati. Bisogna quindi definire un orizzonte temporale sostenibile, che non impatti sul tenore di vita della famiglia.

A questo proposito, viene in aiuto l’apposita direttiva europea MiFID 2 (acronimo di Markets in Financial Instruments Directive), che mira a tutelare gli investitori, assicurando che ad ognuno vengano fatte proposte di investimento personalizzate e coerenti con le proprie caratteristiche e il proprio profilo. Tutto parte dalla compilazione di un questionario volto proprio a indagare le caratteristiche e le preferenze del potenziale investitore. Accanto agli obiettivi del cliente, le domande sono volte anche ad appurare altri aspetti rilevanti come: il livello di conoscenza finanziaria, la situazione patrimoniale di partenza, le eventuali esperienze pregresse nel mondo degli investimenti e i timori di ciascuno. In questo modo, le banche possono comprendere i vari profili finanziari dei propri clienti, calcolati e valutati grazie alle risposte fornite alle domande del questionario, e realizzare ovvero distribuire i prodotti finanziari che risultino adeguati alle caratteristiche della propria clientela. Ad esempio, tenendo conto dei seguenti aspetti:

● il prodotto è semplice o complesso?
● il prodotto è adatto a investitori che hanno una situazione finanziaria che consente loro di subire qualche perdita o no?
● il prodotto deve essere mantenuto in portafoglio almeno per 3 anni, per 5 anni o altro?
● il prodotto punta alla conservazione oppure ad una buona crescita del capitale nel tempo?

La propensione al rischio

Ai fini dell’individuazione degli obiettivi di investimento, un aspetto importante è la propensione al rischio. Vale a dire: qual è la tolleranza ad affrontare possibili perdite o oscillazioni anche momentanee dei propri investimenti? Alcuni, infatti, potrebbero essere disposti a sopportare una maggiore incertezza, altri invece potrebbero volere comunque sempre un certo grado di sicurezza. Anche se, è bene dirlo, quando si parla di investimenti non esiste un livello di protezione del patrimonio pari al 100%. Un minimo di rischio va sempre messo in conto.

La quantità di rischio che ciascun investitore è disposto ad assumere ed è in grado di sostenere dipende da vari fattori, come la situazione finanziaria di partenza, la capacità di generare reddito e la propensione a tollerare eventuali perdite di parte del proprio patrimonio, senza che ciò implichi gravi ripercussioni sul proprio tenore di vita, ma è anche strettamente correlata con gli obiettivi di lungo periodo che si intendono raggiungere.

Anche l’età può, in certi casi, influenzare la propensione ad assumersi rischi. In linea puramente teorica, infatti, gli investitori più giovani hanno “potenzialmente” un profilo di rischio maggiore, poiché possono contare su un orizzonte temporale di lungo termine. Mentre con l’aumento dell’età si riduce la tolleranza a subire eventuali perdite.

Capire la propria “propensione al rischio” è quindi un passo fondamentale per elaborare una strategia finanziaria e decidere, poi, su quali strumenti di investimento orientare i propri risparmi. Non solo: permette anche di limitare la propria emotività nel caso in cui i mercati dovessero affrontare momenti di crisi, come nel 2022. Avere un identikit ben strutturato e che rifletta le caratteristiche del singolo investitore, infatti, consente di avere un portafoglio studiato ad hoc e permette di evitare di prendere decisioni di impulso.

I consulenti BPER Banca possono aiutarti a chiarire ogni perplessità sulla definizione del profilo di rischio-rendimento e dell’orizzonte temporale, con l’obiettivo di supportarti nel raggiungimento dei tuoi obiettivi nel campo degli investimenti.

 

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