La finanza è sempre più “verde”. La pandemia prima e la guerra poi hanno posto ancora di più l’attenzione sugli strumenti sostenibili, contribuendo anche ad aumentare la consapevolezza da parte degli investitori della necessità di intervenire concretamente per la salvaguardia dell’ambiente.

Si tratta del concetto di “finanza sostenibile”, ovvero l’applicazione dell’idea di sviluppo sostenibile all’attività finanziaria. La finanza sostenibile si pone l’obiettivo di creare valore nel lungo periodo, indirizzando i capitali verso attività che non solo generino un plusvalore economico, ma siano al contempo utili alla società e non siano a carico del sistema ambientale e sociale.

Solo nel 2021, infatti, dicono i dati di Bankitalia, la raccolta dei fondi comuni gestiti da intermediari italiani e indirizzata verso comparti ESG è stata pari a 34 miliardi, il patrimonio di questi fondi ha raggiunto i 158 miliardi: quasi un quarto del patrimonio complessivo. E per il futuro, dicono gli addetti ai lavori, il trend dovrebbe essere confermato. Tanto che c’è anche chi teorizza che, entro il 2025, gli asset ESG a livello globale arriveranno a rappresentare circa un terzo del totale.

Cosa sono gli investimenti sostenibili

Gli investimenti sostenibili si differenziano dagli investimenti tradizionali in quanto, oltre ai classici criteri di valutazione puramente finanziari, tengono in considerazione, nelle proprie scelte di investimento, anche gli aspetti ambientali, sociali e di governance (intesi come principi di buona gestione aziendale).

Oggi, questi fattori aggiuntivi sono solitamente indicati con l'acronimo ESG:

  • la lettera E (Environment) riguarda l’ambiente, i rischi legati ai cambiamenti climatici, alle emissioni di CO2, all’inquinamento atmosferico, agli sprechi e alla deforestazione.
  • la S (Social) riguarda gli aspetti sociali come le politiche di genere, i diritti umani, gli standard lavorativi e sindacali.
  • la G (Governance) riguarda le pratiche di governo societario (comprese le politiche di retribuzione dei manager), la composizione dei CDA (compresa la presenza di amministratori indipendenti e le politiche di diversità), le procedure di controllo, i comportamenti dei vertici aziendali.

Gli investimenti tematici

Ci sono vari modi per realizzare un portafoglio rispettoso dell’ambiente e non solo. Per esempio, sul mercato sono presenti prodotti che perseguono nelle proprie scelte d’investimento specifici obiettivi ambientali. Ad esempio investendo in titoli di aziende orientate alla lotta contro il riscaldamento globale e lo sfruttamento delle risorse naturali o la preservazione di mari e oceani.

Così, per esempio, ci sono prodotti che si concentrano sul macrotema della “energy transition”, cioè della transizione energetica, considerato uno dei principali trend di sviluppo futuri. Nel loro portafoglio, sono inserite società e istituzioni specializzate nella realizzazione di prodotti e servizi volti ad agevolare la transizione verso un'economia a basse emissioni, diversificando le fonti di approvvigionamento in favore soprattutto di soluzioni “green”.

Un impegno, questo, che è sicuramente destinato a crescere nel prossimo futuro, anche alla luce delle recenti notizie di cronaca. Il conflitto armato tra Russia e Ucraina e i colli di bottiglia negli approvvigionamenti, con la conseguente scarsità di materie prime e fonti energetiche fossili, infatti, hanno posto ancora di più l’attenzione sulla necessità di rinnovare le proprie forniture. E se da un lato c’è chi auspica un momentaneo ritorno al nucleare e all’utilizzo del carbone, solo per far fronte alla temporanea congiuntura di crisi e consentire all’economia e all’industria di non fermarsi, c’è chi prevede per il prossimo futuro un numero sempre crescente di società impegnate nella transizione ecologica.

C’è, poi, chi ha creato prodotti per investire nella cosiddetta “blue economy”, puntando quindi sulla preservazione di mari, oceani ed ecosistemi marini. Mentre in altri casi, si può sostenere l’ambiente investendo nella “circular economy” (economia circolare), cioè su imprese votate al riuso e al riciclo, che mirano quindi a ridurre al minimo gli sprechi.

Non solo “Environment”

Sebbene le tematiche ambientali rappresentino, di fatto, la prima grande sfida che ha attirato l’attenzione degli investitori, negli ultimi anni hanno iniziato ad essere sempre più popolari anche altre finalità di investimento. Il fattore “S”, cioè relativo al sociale, infatti, recentemente ha assunto sempre più peso nelle scelte dei risparmiatori, sensibilizzati in merito alle problematiche messe in luce durante le fasi più acute della pandemia. Negli Stati Uniti, invece, ha avuto un impatto l’eco degli scandali del movimento Black Lives Matter, nato all'interno della comunità afroamericana e impegnato nella lotta contro il razzismo, oltre alla corrente delle femministe del MeToo, impegnate contro le molestie sessuali e la violenza di genere sulle donne.

Sebbene i prodotti finanziari rivolti esplicitamente alle tematiche sociali siano molto inferiori di numero rispetto a quelli ambientali, negli ultimi anni stanno iniziando a prendere piede. Si tratta, per esempio, di strategie incentrate al superamento delle disparità di genere e razziali, che mirano quindi a raggiungere e incentivare il benessere per la società e le singole comunità.

Strumenti a confronto

Nonostante l’attenzione verso la finanza sostenibile sia sempre più elevata, rimangono alcuni ostacoli da affrontare quali in particolare il rischio di “greenwashing”, ovvero la pratica di marketing ingannevole di presentare, per fini opportunistici, un prodotto come “sostenibile” quando in realtà non ne presenta le caratteristiche. Per fare chiarezza sui requisiti che devono possedere i prodotti finanziari per qualificarsi come sostenibili, l’Unione Europea ha emanato una serie di normative volte a rafforzare la trasparenza sui fattori di sostenibilità dei prodotti finanziari, fissando criteri uniformi. Possiamo citare in particolare il Regolamento 2088/2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable Finance Disclosure Regulation, SFDR), entrato in vigore il 10 marzo 2021, che, oltre a chiedere agli intermediari finanziari di integrare gli aspetti di sostenibilità nei propri processi d’investimento o di consulenza, migliorando l’informativa destinata agli investitori, classifica i prodotti finanziari in tre differenti categorie con grado di sostenibilità crescente: prodotti finanziari che non valorizzano o non perseguono specificatamente tematiche di sostenibilità (articolo 6), prodotti che promuovono o adottano caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione di esse, a condizione che investano in aziende che rispettano una buona prassi di governance (articolo 8) e prodotti che hanno inequivocabilmente come obiettivo gli investimenti sostenibili (articolo 9).

Stando ai dati diffusi da Assogestioni nella sua mappa trimestrale, che comprende sia fondi di diritto italiano sia estero, al 31 dicembre 2021 in Italia, i fondi articolo 8 e 9 hanno raggiunto una raccolta pari a 431 miliardi di euro. Nel dettaglio, i più numerosi sono i fondi articolo 8, che hanno già superato quota 390 miliardi e rappresentano il 90% del totale. Mentre quelli che sono classificati articolo 9 hanno raggiunto una raccolta di oltre 41 miliardi, pur non superando il 10% circa del patrimonio complessivo.

E’ necessario tuttavia ricordare che l’investimento in prodotti ESG non costituisce una condizione di fatto per il perseguimento di rendimenti sicuri o superiori rispetto a quelli degli altri prodotti non ESG. I prodotti ESG sono infatti anch’essi esposti ai rischi degli investimenti finanziari e possono quindi comportare anche perdite del capitale investito. E’ quindi sempre necessario, prima di effettuare scelte d’investimento, leggere la documentazione informativa ufficiale del prodotto per comprendere le caratteristiche, i rischi e i costi dell’investimento, nonché consultare le informazioni sulle modalità con cui vengono integrati fattori di sostenibilità nelle scelte d’investimento pubblicate dagli intermediari emittenti sui rispettivi siti internet.

Orientarsi tra tutte queste informazioni può non essere semplice, per questo puoi affidarti ai professionisti di BPER Banca: risponderanno alle tue domande e ti aiuteranno a valutare le ipotetiche soluzioni più adatte alle tue esigenze.

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale.

Tutti i diritti riservati. Gli articoli, i materiali, i contenuti ed i servizi presenti sul Magazine del sito bper.it sono destinati ad un utilizzo personale e non professionale e non possono essere copiati, trasmessi, pubblicati, distribuiti o sfruttati commercialmente senza l’esplicito consenso scritto di BPER Banca. Tutti i materiali pubblicati, inclusi a titolo esemplificativo, articoli di informazione, fotografie, immagini, illustrazioni, sono protetti dalle leggi sul diritto d’autore e sono di proprietà dell’editore o di chi legittimamente disponga dei diritti relativi. Le informazioni contenute nel presente documento si basano su fonti ritenute attendibili, tuttavia BPER Banca non ha effettuato una verifica indipendente relativa a tali informazioni e declina ogni responsabilità a riguardo. Conseguentemente, nessuna garanzia, espressa o implicita, è fornita, né alcun affidamento può essere fatto riguardo alla precisione, completezza o correttezza delle informazioni e delle opinioni contenute in questo documento. BPER Banca non può essere ritenuta responsabile per danni derivanti dall’utilizzo della presente pubblicazione. Le informazioni riportate hanno solo uno scopo informativo, non sono da intendersi, interpretarsi o considerarsi in alcun modo come messaggio promozionale ovvero offerte di vendita o sollecitazioni a sottoscrivere, invito ad acquistare o vendere o come raccomandazione ad acquistare o collocare qualsiasi tipo di strumento finanziario, né come giudizi da parte di BPER Banca sull’opportunità dell’investimento in alcuno dei prodotti illustrati, o ricerca in materia di investimenti, né tantomeno costituiscono una raccomandazione ad eseguire alcun tipo di operazione. Quanto ad eventuali richiami di natura fiscale qui contenuti, va rilevato che i livelli e le basi di tassazione a cui fanno riferimento gli articoli pubblicati sono suscettibili di cambiamenti rispetto alla data di pubblicazione e possono incidere sul valore dell’investimento; BPER Banca non ha l'obbligo di mantenere aggiornate queste informazioni, né tantomeno di aggiornarle. La distribuzione di questo documento in altre giurisdizioni può essere soggetta a restrizioni e pertanto le persone alle quali dovesse pervenire tale documento si dovranno informare sull’esistenza di tali restrizioni ed osservarle.